Quando ascolti una canzone puoi cantare, ridere, piangere, stare in
silenzio. Le canzoni sono amplificatori di emozioni.
Mentre le ascoltiamo scansionano quello che c’è dentro di noi e come in un
elettrocardiogramma si soffermano lì, dove percepiscono un battito extra, dove
siamo felici, dove c’è uno spazio dominato da sensazioni confuse o dove
sentiamo qualcosa che non va.
Oppure semplicemente ci mettono allegria e ci
fanno ballare con un effetto benefico che dura anche giorni.
Le canzoni risvegliano emozioni. Anche quelle che a volte hai congelato e
nascosto lì da qualche parte, magari proprio in attesa che qualche canzone
sentita per caso si prenda la briga di sbrinarle un po’.
E se una canzone ascoltata da solo in macchina può amplificare certi battiti
dentro di noi, canzoni vissute insieme a migliaia di altre persone, quanta
adrenalina riescono a produrre?
D’altronde le emozioni quando sono condivise si rigenerano e valgono almeno
il doppio.
E chi, cantando o ascoltando la musica giusta, poi alla fine
non si sente meglio? Le canzoni sono depurative quando siamo intossicati di
pensieri o quando siamo stanchi.
Ecco perché ci affidiamo a loro per veicolare anche messaggi importanti.
C’è chi gli affida dediche, denunce o serenate.
Oppure gli si affida un momento preziosissimo, come il momento del proprio
relax, con un bicchiere di vino e qualche nube dentro la testa. E gli
affidiamo la capacità di spazzare le nubi.
Che poi ognuno le vive come vuole. L’importante è che sia la musica-giusta-per-noi. Che spazzi le nubi. O alleggerisca la giornata.
Insomma devono farci del bene, ad ognuno in maniera diversa. Anzi, “Ognuno come gli pare, ognuno dove gli pare, ognuno come si sente”, come direbbe Jovanotti:
“La canzoni
non devono essere belle
Devono essere stelle
Illuminare la notte
Far ballare la gente
Ognuno come gli pare
Ognuno dove gli pare
Ognuno come si sente
Ognuno come gli pare
Come fosse per sempre
Come fosse per sempre
Come fosse per sempre”.