Dimmi che spesa fai e ti dirò se per caso sei…Single?
Ho sempre pensato che il contenuto del carrello al supermercato potesse rivelare molto delle persone.
Nel carrello ci sono abitudini, c’è quanto teniamo alla nostra nostra salute, c’è quello che ci piace. E ciò che ci piace tramite i nostri cinque sensi dice molto di noi.
Nel carrello, tramite quello che ci infiliamo, vengono riflesse anche le giornate no. Date queste premesse, il carrello della spesa sembrerebbe un oggetto curioso per tracciare un identikit delle persone. E forse lo è.
Qualche sera fa ero al supermercato, stanca, mi giravano anche un po’ le scatole e aggirandomi per i reparti del supermercato con aria rilassata e abbandonata dentro il trench aperto, riflettevo su come la mia spesa sia diversa rispetto a due anni fa. Perché la mia vita è diversa. E la spesa riflette la vita e cambia con te.
Da single senza figli ti puoi permettere il lusso di non considerare la spesa una fonte di stress. Anche se non programmerai in anticipo cosa dovrai cucinare non sarà un tuo problema, visto che nessuno ti chiederà “Cosa mangiamo stasera?“ o storcerà il naso se qualche cosa nel piatto non gli va a genio. E tu non ti dovrai preoccupare di nulla se non di te stessa. È un egoismo che puoi esercitare solo e soltanto quando la spesa è solo per te. Io non sono un’egoista, però in questa fase della vita, facendo la spesa solo per me, mi concedo questo lusso.
In questo caso, fare la spesa, per alcuni è sopravvivenza. Per altri, come me, è quasi una forma di self care.
Questa egoistica spesa da single si fa non prima delle 19.30 quando ti va bene o dopo le 21, nei supermercati aperti h24. Gli orari dei single sono scomodi e il più delle volte starati rispetto al resto del mondo con famiglie numerose. Sono su un fuso orario a parte.
Spesso devi fare la spesa per rispondere al richiamo del frigo che con la sua eco la mattina quando hai preso il latte ti ha fatto capire che era vuoto. C’era solo il latte aperto o una bottiglia di vino chiuso.
Qualsiasi orario sia, è una di quelle serate in cui l’unica cosa di cui avresti bisogno è uno spazio vuoto per far riposare il tuo cervello ma non sei andato in palestra o a prendere un aperitivo di decompressione con un amico. No, tu devi solo fare la spesa ma a sorpresa, il supermercato ti può venire in soccorso anche in questo senso. Chi lo avrebbe mai detto!
Dicono che al supermercato si rimorchi ma io, sinceramente, credo che per me sia impossibile.
Qualcuno dovrebbe venire proprio a bussare sulla mia spalla appositamente, per distogliermi dal fatto che sto osservando impassibile e con una espressione inebetita ma che tutto sommato sembrerebbe interessata, i broccoli surgelati, scrutandoli come se fosse la Gioconda di Leonardo.
Quello che so solo io è che in quel frangente non guardo i broccoli ma sto fissando nel vuoto cose verdi sfocate e surgelate, pensando al messaggio che ho appena ricevuto su whatsapp e a come rispondere a quella mail di lavoro etichettata dal mittente come urgente.
Nelle orecchie i miei Airpods seguono le playlist di Spotify e canticchio senza farci caso che “la felicità sta dentro alle piccole cose” e annuisco, visto che concordo. Perché serva una canzone a ricordarmelo, questo è un mistero ricorrente.
Questi pensieri, insieme ad altri, girano come un girotondo dentro la mia testa, perché il mio cervello nella migliore delle ipotesi sta sbobinando una giornata piena di stress e sta cercando di attribuire le giuste priorità alle prossime cose da fare, dato che io a quest’ora sembro non esserne capace, impegnata come sono a cercare la compensazione della giornata con un po’ di buona serotonina commestibile che non troverò certo nel reparto dei broccoli.
Eppure eri entrata pensando di comprare zucchine e petto di pollo, perché dai, ti stai allenando con tanto impegno e non ha senso vanificare tutto comprando schifezze, no non lo farai, vero?
E in quel frangente il tuo cervello inizia a mandarti gli impulsi per indurti a fare la-spesa-da-single-delle-giornate-storte. Non è un cliché, la spesa da single nelle giornate storte esiste.
Il tuo grillo parlante interiore ti suggerisce “scegli cosa ti va, dimentica quel messaggio e la mail urgente del capo, dimentica la tua deriva salutista e sportiva. Cosa ti va veramente?” E tu che disarmato alle 21 di sera lo ascolti come se fossi incantato, che fai? Ti giri verso le cotolette? Verso la cioccolata?
Ognuno ha la propria spesa delle giornate storte. Io nelle giornate no mi dirigo verso dei comfort food che sono gli stessi da circa trent’anni e che metto nel carrello senza neanche accorgermene. Tra questi ci sono i tortellini con tempo di cottura 1 minuto e formaggini per fare una pastina (rigorosamente stelline) che al primo cucchiaio ti fa tornare come in un teletrasporto spazio temporale sul tavolo da pranzo dei tuoi genitori, quando non avevi alcun pensiero se non quello di mangiare quella pastina davanti ad una puntata che avevi già visto della Signora in Giallo. E gelato. Sempre ed in ogni stagione. Gelato sempre e comunque, anche Variegato come questo sito (che non ha questo nome a caso).
Alla fine arrivo alla cassa, con il carrellino pieno di una spesa non proprio funzionale. Il frigo non l’ho riempito ma la cena di stasera mi farà dimenticare il messaggio e la mail, ai quali risponderò con i miei tempi, che ora non è aria. Devo prima mangiare. Nella vita ci sono priorità. E tu stessa sei la tua priorità, anche se ci hai messo 38 anni pieni per capirlo.
Guardo il carrello delle persone in fila con me e dato che sono le 21, il carrello è più o meno come il mio, anche se ognuno ha i suoi cibi salva serata. Potremmo andare d’accordo.
Se qualcuno avesse tracciato il mio identikit osservando il mio carrello ci avrebbe sicuramente azzeccato, era una giornata no ed era sicuramente una spesa da single in una giornata no. Però, che lusso!