Il sabato a Luglio cambiano le dimensioni delle città.
E’ quel momento nel quale le strade di Roma diventano autostrade mentre le autostrade diventano sempre più piccole.
Evidentemente il destino di noi romani non è di stare soli, in macchina, nella nostra carreggiata, come i norvegesi, calmi, sereni, non tutti ammassati. Noi giriamo in file. Sembra quasi che ci inseguiamo per la città.
E se non conoscessi l’odio dei romani per il traffico, penserei che quasi quasi ci piaccia tampinarci e tamponarci.
Ma non il sabato mattina a fine Luglio, no. Non siamo più in città. Siamo in autostrada o sulle vie del mare. E’ lì che migriamo per reiterare quello che ci fa sentire a casa: tampinarci e litigare per il parcheggio. Rigorosamente in massa anche se stavolta non in città.
Ed ecco che quasi quasi i miei 11 Km e mezzo per Roma oggi sembra di farli a tre corsie, che su via del Policlinico il tram mi sembra quasi diventato un treno ad Alta Velocità, e che le saracinesche mezze abbassate a mezzogiorno rievocano il ricordo dei piccoli negozi di una volta, quelli nei quali gli orari forse non erano neanche stabiliti dal Comune.
No non sei tu, Roma. Non ti riconosco. Finita la mia commissione dall’altra parte della città, sudo. Fa caldo e penso che, chi è a Roma sarà rintanato a casa, ventaglio alla mano o condizionatore acceso. Come dargli torto. E’ torrida Roma. Ci ha fatto dimenticare l’inverno che è durato fino a Maggio.
D’altronde Roma sei solo eccessi e mai vie di mezzo. O sei bellissima o sporchissima. O freddissima o caldissima. Roma non ci stai facendo capire niente, al punto che ci stai facendo venire la memoria a breve termine, a noi romani. Ci lamentiamo per un mese e poi dimentichiamo il freddo, il caldo, la sporcizia e tutto il resto. Resettiamo ogni volta e ricominciamo a parlare del traffico.
E poi sento chi sta andando al mare, imbottigliato nel caos e che non riesce a parcheggiare. Ed ecco che le autostrade e le vie per il mare diventano sempre più piccine, a Luglio. Dei cunicoli stretti come il Lungotevere imbottigliato alle 18:00 il 20 Dicembre a Roma.
E dico che senti, a me questa cosa di girare per Roma così facendo finta di avere “tre corsie” piace. Quasi quasi faccio un altro giro senza senso prima di tornare a casa. Mi godo la Roma a tre corsie. Ed esulto.
Evvai, penso che forse lunedì arriverò in ufficio in 20 minuti e parcheggerò facilmente, senza discutere con nessun prepotente. Respiro e penso, godiamocela, questa anomalia romana, che durerà poco, anche perché se fosse sempre fine Luglio a Roma, non sarebbe mica Roma!