Di che cosa sono fatte le emozioni?
Non credo che nessuno di noi abbia questa riposta in tasca e sappia di cosa siano fatte.
Di certo sappiamo dalla nostra esperienza che alcune fanno tanto bene ed altre fanno tanto male. In mezzo, tra queste, ci sono quelle nostre emozioni che hanno trovato un equilibrio. Sì perché le emozioni non nascono in equilibrio. Sbocciano, saltano, scoppiettano. Hanno bisogno di saltare come i pop corn. Poi fanno dei giri. Giri lunghi. Durante questi giri, a volte arrivano molto in alto e capita che prendano la deriva e facciano un tonfo verso il basso. E poi risalgono su. Oscillano, insomma. E noi, ogni tanto, quando non ce la facciamo più ad andare giù con loro e poi su e poi ancora giù, chiediamo una pausa alle montagne russe delle nostre emozioni e gli chiediamo di farci scendere. Gli chiediamo un po’ di tregua. Anche perché a volte facciamo fatica a gestirle. Soprattutto quando non sono positive. Eh già, perché sono qualcosa di talmente superiore al nostro essere fisici e materiali. Prendono tanto spazio e si dilatano a dismisura. Fino a che non impariamo a domarle, loro ci governano a bacchetta e noi non sempre ne siamo consapevoli. Anche se in questo non ci sono vere e proprie regole. Anzi, ma quali regole. Un pianto che esplode, una risata che scoppia. Emozioni. Energia. Potentissima. Si sa però che la potenza senza controllo, non è tanto utile. Attenzione che può far anche danni. O può non farci stare sempre bene. E così abbiamo la sensazione di disperderle quelle energie. E quindi ecco là che cerchiamo equilibrio.
E quindi torniamo a chiederci di che cosa sono fatte le emozioni? Non c’è niente di materiale in loro. Se non i loro effetti. Le loro conseguenze. Se siamo molto felici possiamo piangere di gioia. Se siamo molto tristi possiamo piangere, anche se di certo non piangiamo di gioia. Se siamo nervosi, magari incidiamo con la penna dei disegnini sconnessi su un pezzo di carta. Oppure torturiamo quel pezzetto di carta che avevamo in mano che diventa in men che non si dica cartaccia. Oppure ci mangiamo le unghie, tremiamo o sudiamo.
Alcune emozioni sono impetuose ed ingombranti e sembrano attraversarci come flussi torrenziali di acqua che ci percorrono velocemente. E cercano vie d’uscita. Sì che le cercano. Contentezza, disperazione, dipende dal loro segno. Noi a volte costruiamo delle dighe per proteggerci ma sappiamo, tanto, che l’acqua è più forte di tutto e rompe qualsiasi diga. Invece alcune sono come scariche di energia. Veloci e determinate ti entrano nelle ossa e ti attraversano la schiena. Fulmini. Fulminee. Però no, le emozioni non sono fatte di acqua né di fulmini. Non credo almeno.
E poi chi decide quale emozione debba vincere sull’altra? Eh, a volte ci sembra che siano tutte lì in un ring a fare a cazzotti. Tra il nostro petto, la gola e la nostra testa. Quando siamo tesi si crea un fascio rigido di nervi e ci sembra che in quel triangolo si formi come un ring. E lì, tra un round e l’altro, si prendono a pugni le nostre paure con le nostre forze. E qualcuno la spunterà. Una volta l’uno e una volta l’altro, forse.
Le emozioni sono così belle e naturali. Vanno lasciate libere di esprimersi. Alcune sono fortunate e diventano baci, altre carezze, altre ci riempiono gli occhi di lacrime salatissime quando proprio non vorresti. Ti tradiscono. A volte perdono qualsiasi staffa e diventano panico.
E allora di che sono fatte? Non si sa. Si sa solo che hanno tanto spazio dentro di noi. Ogni giorno. E che tutti proviamo emozioni, dal primo giorno che veniamo al mondo fino all’ultimo.
Forse sarebbe bello pensare che le emozioni siano fatte di frammenti di cuore. Perché ad ognuna di esse il cuore dedica dei battiti. Lui è l’unico insieme a noi che le conosce tutte le nostre emozioni. Perché quello è il suo mestiere per tutta la vita. Quello che noi possiamo fare è cercare di fargli fare il suo mestiere al meglio, al cuore. Di aiutarlo. Cercando di ascoltare tutti quei battiti che sembrano tutti uguali per capire che cosa ci stanno comunicando. Perché sembrano tutti uguali…ma se li ascoltiamo bene, in realtà, sentiremo che sono tutti diversi.