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Non ho sempre scritto. Anzi sì. Però non ci ho mai fatto caso.
O forse non ho mai veramente realizzato di aver sempre scritto fino a che non ne ho avuto veramente voglia. Di scrivere intendo. Fino a che non sentivo di voler proprio stare lí un po’ ferma (sì, ma poco ferma) a scrivere. Anche se sì dai, in fondo ho sempre scritto. Per dovere, certo non per piacere.
Pensandoci bene, quando ero piccola, a scuola, facevo dei temi super. Di solito i miei temi erano lunghi e belli. Anche quando un titolo non mi andava a genio, nella maggior parte dei casi riuscivo ad uscirne ricamando sullo stesso concetto per pagine intere. In maniera abile, evidentemente! Certo, ogni volta, prima di un tema, avevo quella paura fottuta di ritrovarmi davanti delle tracce sulle quali non avrei saputo cosa caspita scrivere, però, poi di solito, trovavo sempre una via d’uscita. A volte stavo lì ferma i primi 30 minuti, per poi iniziare a scrivere senza sosta per i restanti 30. Senza sosta, letteralmente. Fino allo scadere del tempo.Mi sono sempre ridotta all’ultimo momento, infatti i temi, io, di solito, li finivo direttamente in bella. Rischiavo quasi di non finirli ma li finivo sempre! Con il colpo di coda finale.
Se ci penso poi, al tema dei temi, cioè alla maturità, avevo una fottutissima paura di quell’esame lì.
Avete presente il terrore del foglio bianco? Quel giorno sarebbe stato il terrore.
“Se non ci sarà una traccia abbordabile, come farò??”
Il terrore che quel giorno uscisse una traccia, un tema, sul quale non avrei veramente saputo che dire. Beh ve lo dico. Un po’ è stato così. quel giorno è uscita la traccia di letteratura su uno dei pochi autori non trattati durante il programma. Io avevo letto la sera prima tre quattro concetti chiave su di lui, dicendomi poi: ma mica uscirà proprio quello? E ovviamente sì. E’ andata così. E come se non bastasse ho scelto proprio quella traccia. Matta direte voi? Sì. E ho preso il massimo dei voti…la fortuna aiuta gli audaci ma la vera conclusione si trae sempre dopo e in questo caso era: che…cavolo! Forse in fondo in fondo avevo già un po’ voglia scrivere! Solo che intendevo la parola scrivere come un dovere. Aver scritto bene un tema per me poteva voler dire solo “essere brava a scuola in italiano”.
Allora non sapevo che prima o puoi mi sarebbe venuta voglia di scrivere per piacere. Non per un tema a scuola e non per un esame di economia all’Universitá. Per me. Semplicemente per assecondare la voglia di scrivere.
E funziona così. Un giorno senti che è come se avessi sempre scritto. Come se avessi aperto un getto d’acqua nella tua testa. E mentre all’inizio non sapevi dove mandare l’acqua e sentivi solo l’acqua che scorreva ora stai iniziando a capirlo. Dove mandarla, dove farla confluire. Ognuno ha i suoi tempi. Io sono un diesel.
E’ così, un giorno scrivi. Naturalmente. Come se lo avessi sempre fatto.


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